LOCALITÀ Framura
PROFONDITÀ MINIMA 45 mt.
PROFONDITÀ MASSIMA 65 mt.
PROFONDITÀ MEDIA 60 mt.
VISIBILITÀ dicreta
CORRENTE debole
MISCELA CONSIGLIATA trimix 18/45-15/55
UJ2210 ex Marcella
Il “Marcella” fu costruito nel 1932, in Francia, nei Cantieri Navali di Saint Nazaire. Era considerato il più imponente e moderno peschereccio del mondo.
Era utilizzato in Groenlandia per le battute di pesca data la sua elevata autonomia ( circa 140 giorni ).
Nel 1942 la Kriegsmarine lo confiscò trasformandolo in cacciasommergibili e venne inserito nella 22° Flottiglia con il nome di UJ2210.
Vanta una carriera ricca di successi fra cui l’affondamento del terribile sommergibile “ Tigris “ che nel febbraio del 1943 decimò la flotta italiana davanti a Capri.
Nell’Ottobre del 1943, nel Golfo di Genova, colpì con numerose bombe il sommergibile inglese “ Sikle “.
L’ UJ2210 fu colpita ed affondata nella notte del 27 maggio 1944 dalla MTB 419, una motosilurante, con l’ultimo siluro a disposizione.
Il relitto è posato su un fondale di 65 mt al largo di Framura con la prua spezzata e diretta verso l’alto raggiungendo i 45 mt. di profondità.
Scendendo lungo di essa possiamo vedere le ancore di tipo Hall.
A 55 mt. di profondità , dove la nave è spezzata, si apre un suggestivo passaggio dove possiamo ammirare il grande cannone a canna singola e la rastrelliera con i proiettili. L’elica di rispetto dal 2010 riposa sul fondo.
I tre ponti di poppa è possibile ispezionarli grazie ai portelli che sono aperti.
E’ meglio evitare invece di introdursi nella plancia di comando data la ristrettezza dei locali e la particolare posizione dello scafo che potrebbe provocare disorientamento.
Andando verso poppa si incontra il fumaiolo dove era ospitata una mitragliatrice posta su una torretta. Invece l’estremità della poppa è sovrastata dal limo del fondale.
Molto suggestivo per i fotografi è immortalare la prua che si erge maestosa verso la luce della superficie. Un’innumerevole quantità di nudibranchi delizierà gli amanti della macro.
Nella parte distrutta dello scafo grandi aragoste fanno capolino con le loro antenne tra i rottami. Anche i gronghi hanno trovato dimora tra le lamiere.
Le gorgonie ( Leptogorgia Sarmentosa ) con i loro ventagli che ondeggiano nella corrente le possiamo trovare a poppa. Invece le gorgonie bianche ( Eunicella Verrucosa ) fanno compagnia alle bombe di profondità sparse sul fango del fondale.
Era utilizzato in Groenlandia per le battute di pesca data la sua elevata autonomia ( circa 140 giorni ).
Nel 1942 la Kriegsmarine lo confiscò trasformandolo in cacciasommergibili e venne inserito nella 22° Flottiglia con il nome di UJ2210.
Vanta una carriera ricca di successi fra cui l’affondamento del terribile sommergibile “ Tigris “ che nel febbraio del 1943 decimò la flotta italiana davanti a Capri.
Nell’Ottobre del 1943, nel Golfo di Genova, colpì con numerose bombe il sommergibile inglese “ Sikle “.
L’ UJ2210 fu colpita ed affondata nella notte del 27 maggio 1944 dalla MTB 419, una motosilurante, con l’ultimo siluro a disposizione.
Il relitto è posato su un fondale di 65 mt al largo di Framura con la prua spezzata e diretta verso l’alto raggiungendo i 45 mt. di profondità.
Scendendo lungo di essa possiamo vedere le ancore di tipo Hall.
A 55 mt. di profondità , dove la nave è spezzata, si apre un suggestivo passaggio dove possiamo ammirare il grande cannone a canna singola e la rastrelliera con i proiettili. L’elica di rispetto dal 2010 riposa sul fondo.
I tre ponti di poppa è possibile ispezionarli grazie ai portelli che sono aperti.
E’ meglio evitare invece di introdursi nella plancia di comando data la ristrettezza dei locali e la particolare posizione dello scafo che potrebbe provocare disorientamento.
Andando verso poppa si incontra il fumaiolo dove era ospitata una mitragliatrice posta su una torretta. Invece l’estremità della poppa è sovrastata dal limo del fondale.
Molto suggestivo per i fotografi è immortalare la prua che si erge maestosa verso la luce della superficie. Un’innumerevole quantità di nudibranchi delizierà gli amanti della macro.
Nella parte distrutta dello scafo grandi aragoste fanno capolino con le loro antenne tra i rottami. Anche i gronghi hanno trovato dimora tra le lamiere.
Le gorgonie ( Leptogorgia Sarmentosa ) con i loro ventagli che ondeggiano nella corrente le possiamo trovare a poppa. Invece le gorgonie bianche ( Eunicella Verrucosa ) fanno compagnia alle bombe di profondità sparse sul fango del fondale.